IL DIRITTO DI PARLARE

NEDA: LA VOCE CHE SFIDA IL SILENZIO

Chi siamo

“Neda” in dari significa voce, e vogliamo usarla per denunciare l’oppressione che subiscono le donne afghane, per far riconoscere l’apartheid di genere come crimine contro l’umanità e per affrontare le sfide dell’inserimento e dell’accoglienza in Italia, individuare soluzioni e fornire strumenti concreti per una migliore integrazione. 

Siamo Sediqa, Nesa, Mahdia, Zahra e Negin, cinque donne afghane rifugiate in Italia, determinate a essere protagoniste del cambiamento.

Neda Founders

Nesa Mohammadi

Sono una professionista del settore sanitario, ho una laurea magistrale e ho ottenuto il riconoscimento dei miei titoli in Italia. Ho maturato 11 anni di esperienza sia come ostetrica in ospedale che come professoressa di materie inerenti la mia formazione professionale, ho ricoperto per 8 anni il ruolo di direttrice dell’Università Khatam Al Nabeein e di una Università privata di ostetricia entrambe a Kabul.

Sono stata Consulente part-time per Afghan Nursing & Midwifery Council Afghanistan/Kabul. Ho svolto numerose attività di volontariato in Italia, ho lavorato per l’Associazione Solidarietà Donne Per Le Donne (ASDD) della comunità afghana, ho realizzato e porto avanti diversi progetti per donne e adolescenti afghani rifugiati in Italia.

Nonostante il riconoscimento dei miei titoli non sono ancora riuscita a trovare una collocazione nel settore sanitario.

Sediqa Mushtaqi

Ho acquisito 15 anni di esperienza sia come ostetrica ospedaliera che come insegnante di materie relative alla mia formazione professionale, fino a diventare direttrice di un istituto di formazione privato per operatori sanitari (Istituto Privato Farabi Kabul).

Negli ultimi anni prima della caduta del governo afghano, essendo un’imprenditrice, ho lavorato come membro del consiglio di amministrazione della Camera di Commercio delle Donne in Afghanistan.

In Italia, ho svolto diverse attività̀ di volontariato, ho collaborato con due associazioni della comunità afghana e ho creato due progetti educativi per donne e adolescenti migranti.

Attualmente, lavoro come operatrice sociosanitaria in una casa di riposo a Roma, dove mi occupo quotidianamente della cura e dell’assistenza agli anziani.

Mahdia Sharifi

Sono un’atleta di Taekwondo nel programma Olimpico dei rifugiati e studio Scienze Politiche all’Università di Roma Tre.

Attualmente sto facendo un tirocinio in Global advocacy presso JRS (Jesuit Refugee Services) e collaboro come volontaria con ASDD (Associazione di Solidarietà Donne per le Donne) per promuovere gender equality e istruzione in Afghanistan.

Dal 2022 collaboro anche al progetto di VOC (volontari nella comunità) di Intersos e UNHCR Italia come referente della mia comunità.

Zahra Muradi

Sono una studentessa di Global Humanities presso l’Università La Sapienza di Roma. Ho un background accademico in Letteratura Tedesca conseguito presso l’Università di Kabul, con un forte interesse per le scienze umane, le lingue e la cultura internazionale.

Ho maturato diverse esperienze professionali in Afghanistan come insegnante di lingue per bambini e ragazzi e come sarta e ricamatrice nella mia azienda di famiglia.

Oltre agli studi in Italia, ho iniziato il miei tirocini part-time con NOVE Caring Humans e attualmente con Intersos in Safe Space for Women.

Negin Ahmadi

Sono una studentessa del Master in Financial Risk and Data analysis presso l’Università La Sapienza di Roma e ho conseguito una laurea in Economia e Business presso la Luiss Guido Carli.

Attualmente svolgo un tirocinio presso il World Food Programme (WFP) a Roma. Ho maturato esperienza nello sviluppo internazionale, nella finanza e nella comunicazione, collaborando con organizzazioni come IDLO, JELU Consulting e Lottomatica.

Sono molto appassionata ai diritti dei rifugiati e mi sono impegnata a sostenere l’accesso all’istruzione per le donne afghane. Parlo persiano e inglese e cerco di unire le mie competenze analitiche a un forte impegno verso l’impatto sociale.

Manifesto

Crediamo che l’Italia possa svolgere un ruolo chiave non solo nel riconoscimento dell’Apartheid di genere, ma anche nel miglioramento delle politiche di accoglienza e inclusione per le persone rifugiate.

Per questo lavoriamo per individuare soluzioni che rendano il sistema di accoglienza più efficace e dignitoso, garantendo alle donne strumenti per ricostruire la propria vita e contribuire attivamente alla società senza rimanere ai margini. Non siamo solo testimoni di un’ingiustizia, ma attive protagoniste di un cambiamento necessario.

Il nostro percorso in Italia ci ha insegnato a trasformare le difficoltà in opportunità, sviluppando competenze nella comunicazione, nell’advocacy e nella progettazione, grazie alla collaborazione con il Consiglio Italiano per i Rifugiati e Nove Caring Humans.

Oggi mettiamo queste conoscenze al servizio della nostra causa per sensibilizzare, creare consapevolezza e promuovere un’azione concreta.

I valori che ci guidano sono dignità, integrità, impegno e collaborazione.

 Il nostro obiettivo è costruire un futuro in cui ogni donna e ragazza possa esprimere liberamente il proprio potenziale, essere ascoltata con rispetto e avere accesso alle stesse opportunità.

NEDA è la nostra voce, ma anche un punto di connessione tra la società italiana, la diaspora afghana e le istituzioni.

Vogliamo che il nostro impegno porti a soluzioni concrete, perché un’accoglienza più giusta e inclusiva non è solo una questione di diritti, ma un’opportunità di crescita per l’intera società.

Ci piacerebbe essere viste e riconosciute come delle risorse per l’Italia. Il nostro background migratorio è una risorsa e un valore aggiunto alle nostre professionalità. 

Anche se siamo qui, in Italia, non smettiamo mai di pensare alle donne che sono in Afghanistan e alle quali è stata tolta qualsiasi possibilità di vivere una vita normale e dignitosa.

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